Nel 1968, il terremoto della Valle del Belice distrusse Gibellina. Il paese fu interamente ricostruito a pochi chilometri di distanza dando vita al museo en plein air più grande del mondo. Numerosi artisti contribuirono, infatti, alla ricostruzione punteggiando il paesaggio con sculture e architetture ardite che si possono ammirare passeggiando per le vie. Anche i ruderi del terremoto furono trasformati in opera d'arte da Alberto Burri che, ricoprendoli con una colata di cemento, ne fece un enorme Cretto. Al Museo Civico di Arte Contemporanea si possono ammirare le opere dei principali artisti che operarono a Gibellina nel periodo della ricostruzione: Accardi, Consagra, Rotella, Guttuso, Schifano e Sanfilippo, solo per citarne alcuni. Nel periodo estivo, la rassegna delle Orestiadi continua la vocazione avanguardista del luogo con una rassegna di teatro, poesia, arti visive e musica.